Responsabilità del proprietario di cani da pastore nei contesti escursionistici: fondamenti giuridici e implicazioni

“In una passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di quel che cerca” Jhon Muir

Negli ultimi anni, l’escursionismo ha conosciuto una crescita significativa come attività ricreativa. Sempre più persone cercano una fuga dalla vita cittadina, un’immersione nella natura. Durante queste parentesi non è raro incontrare greggi o mandrie di mucche al pascolo, spesso sorvegliate da cani da pastore.

L’incontro con cani da pastore durante le escursioni è diventato un evento tutt’altro che raro. Sono esseri intelligenti, capaci, addestrati per proteggere il gregge… ma possono percepire gli escursionisti come una minaccia. È quindi cruciale, se si desidera percorrere sentieri montani, sapere come comportarsi in queste situazioni: comprendere i diritti e i doveri sia degli escursionisti che dei proprietari dei cani è fondamentale per garantire la sicurezza di tutti.

Caso studio: incontro con cani da pastore durante un’escursione

Un caso emblematico che può aiutare a chiarire questi aspetti ha coinvolto un mio conoscente.
Al rientro da un’escursione su di un sentiero segnalato, questi si è imbattuto in due cani di grossa taglia che gli sbarravano il percorso. I cani abbaiavano e ringhiavano, palesando in modo manifesto che non avrebbero gradito il suo passaggio. Lo sventurato ha cercato di attirare l’attenzione del proprietario, e, non ottenendo risposta, si è visto costretto a deviare il percorso attraversando un prato scosceso. Raggiunta la strada principale e imbattutosi nel pastore proprietario a cui rammostrava le sue doglianze per il mancato soccorso, si è sentito rispondere che è dovere di un escursionista informarsi sulla condotta da tenere in presenza di animali da pascolo, non potendosi dolere, in caso contrario, di eventuali attacchi da parte dei cani preposti alla loro difesa.

Responsabilità giuridica del proprietario di cani da pastore

La risposta del pastore non è giuridicamente corretta. Sebbene un escursionista accorto dovrebbe informarsi, è responsabilità del proprietario adottare misure preventive per evitare incidenti. Questo include l’installazione di segnali di avvertimento adeguati lungo il sentiero e il mantenimento di un controllo effettivo sui cani.

Articolo 2052 Codice Civile: Interpretazione e Applicazione

Il fatto che si tratti di cani da pastore, non concretizza una deroga alla disciplina dettata dall’art. 2052 cod. civ. il quale prevede che il proprietario di un animale, o chi se ne serve, è responsabile dei danni cagionati dall’animale stesso, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.

Il “caso fortuito”

Integra il caso fortuito l’intervento di un fattore esterno nella causazione del danno, che presenti i caratteri della imprevedibilità, della inevitabilità e della assoluta eccezionalità e che si inserisca all’improvviso nell’azione di un soggetto, soverchiando ogni possibilità di resistenza o contrasto da parte dell’uomo; di conseguenza, non può attribuirsi efficacia liberatoria alla semplice prova dell’uso della normale diligenza nella custodia dell’animale.
Il fondamento della responsabilità in oggetto risiede nell’impiego dell’animale per trarre delle utilità secondo la sua natura e la sua destinazione economica e sociale. Questo concetto è ben riassunto dal brocardo latino cuius commoda eius et incommoda”: colui che trae vantaggi dall’animale, deve anche sopportarne gli oneri, compresi i danni da esso cagionati.

L'”onere della prova”

Naturalmente, l’onere di provare la sussistenza del rapporto di causalità grava sul danneggiato: il danno deve essere conseguenza di un fatto collegabile alla natura tipica dell’animale che deve aver partecipato in maniera attiva alla sua produzione e non deve costituire soltanto l’occasione.
In altre parole, il fatto dell’animale deve costituire una causa sine qua non del danno.

Nei contesti escursionistici, i cani da pastore sono utilizzati per il loro impiego tradizionale di guida e protezione del gregge. Questa attività rientra nell’uso del cane per trarne beneficio secondo la sua natura e destinazione economica, come da definizione della giurisprudenza. Pertanto, se durante un’escursione un cane da pastore causa danni a terzi o ad altri animali, il proprietario o chi ne ha l’uso temporaneo può essere ritenuto responsabile per tali danni: per essere esonerato dalla responsabilità, deve provare il caso fortuito, come sopra descritto: un evento esterno imprevedibile, inevitabile e di assoluta eccezionalità, che interrompe il nesso causale tra l’azione dell’animale e l’evento dannoso.

Misure preventive per proprietari di cani da pastore
Per evitare incidenti, i proprietari devono:
– Installare segnali di avvertimento sui sentieri.
– Mantenere un controllo effettivo sui cani.
– Inoltre, ove possibile, cercare di sensibilizzare e informare gli escursionisti sui comportamenti sicuri da tenere in presenza di cani da pastore.

Conclusioni
Nei contesti escursionistici, i cani da pastore svolgono un ruolo importante nella protezione del gregge. Tuttavia, è essenziale che i proprietari siano consapevoli delle loro responsabilità e adottino tutte le misure necessarie per prevenire danni a terzi. In conclusione, è cruciale che i proprietari di cani da pastore comprendano le loro responsabilità e adottino misure preventive per garantire la sicurezza nei contesti escursionistici. La conoscenza e l’applicazione della normativa vigente sono fondamentali per evitare incidenti e proteggere sia gli escursionisti che gli animali. Solo così si può garantire una convivenza sicura e armoniosa tra escursionisti e animali da pascolo.

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